Santo Janni Maratea: curiosità e storia.
Santo Janni di Maratea: l’isolotto dalle mille bellezze
L’isola di Santo Ianni si trova di fronte alla costa lucana di Maratea.
Precisamente ad una distanza di 500 metri circa dal promontorio di Illicini.
Viene ricordata storicamente perché vi approdò Ulisse nel suo viaggio di ritorno da Itaca.
Insieme con l’isolotto de La Matrella rappresenta una delle principali perle naturalistiche e paesaggistiche che si affaccia al di là di punta Illicini.
Il nome Santo Janni
Il nome dell’Isola Santo Janni deriva da una vecchia cappella dedicata a San Giovanni che spunta a picco dallo sperone di roccia che si trova in posizione più elevata rispetto al resto del territorio.
Oggi restano solo dei ruderi a memoria dell’antico centro monastico.
Dal lato religioso quest’isolotto è stato molto importante poiché su questa sporgenza vennero consegnate le reliquie di San Biagio, il Santo Patrono di Maratea, ai fedeli intorno al 732 dopo Cristo.
Aspetti storico-naturalistici dell’Isola di Santo Janni Maratea
Uno dei motivi dell’importanza di quest’isola è il grande recupero di reperti archeologici rinvenuto nei fondali.
Mi riferisco a:
- Anfore,
- Attrezzature marine storiche,
- ed altri antichissimi oggetti di epoca romana databili al 300 a. C..
Oggi è possibile vederli nel museo di Maratea di Palazzo De Lieto.
Sull’isola, inoltre, vive una specie di lucertola dal colore azzurro e marrone, molto rara, la Podarcis siculus paulae.
Il suo nome volgare è “Drago di Santo Janni“, appunto.
Questo colorato rettile marateota, è una sottospecie del Podarcis siculus, e si trova solo in questa terra, insinuandosi fra gli anfratti delle rocce.
Il ruolo storico dell’Isola di Santo Janni è stato fondamentale sin da epoche remote.
Per il commercio ittico romano, infatti, costituiva un punto di riferimento, dato che in questa zona veniva prodotto il Garum.
La tradizione del Garum romano
Il garum era una salsa a base di pesce, fatta con pesci piccoli interi e pezzetti di pesce più grande, insieme con le interiora e piante aromatiche.
Di solito era pesce azzurro come: alici, sarde, sgombro, spatole, ecc…
A testimonianza del commercio e produzione del garum sono visibili, ancora oggi, delle antiche vasche realizzate in cocciopesto, utilizzate appunto per la macerazione del pesce.
Una volta pescati, i pesci venivano sistemati sotto sale in anfore apposite per poi essere mandati a Roma.
L’isola oggi è deserta, ma conserva un fascino particolare ed attrae molti viaggiatori per le sue meravigliose caratteristiche naturali e storiche.
- Altre info sulla costa tirrenica lucana.
- Le altre terre da vedere in Basilicata.