Storia di Guardia Perticara


 

 

La storia di Guardia Perticara ha origini arcaiche.

 

La cittadella medeivale della Basilicata.

 

storia di guardia perticara

 

Storia di Guardia Perticara: città lucana antichissima

 

Il suo nome, secondo la teoria del Racioppi, deriva da Castrum Perticarii.

 

Era uno dei latifondi longobardi divisi in pertiche, corti o predii assegnati alle famiglie dei coloni.

 

Le origini dell’insediamento si aggirano all’età del bronzo, a cui fanno riferimento anche le testimonianze archeologiche dell’area.

 

Il rinvenimento più importante, in località S. Vito, è la grande necropoli enotria databile dalla fine del IX secolo alla metà del V secolo a.C. che, insieme alle necropoli di Alianello e Chiaromonte, costituisce una delle fonti più vaste per la conoscenza culturale degli Enotri.

 

I reperti rinvenuti nelle tombe relativi ai corredi funerari sono di grande valori.

 

Tra gli altri ricordiamo: vasi di bronzo, gioielli in ambra, oggetti in ceramica e gioielli in pasta di vetro, gioielli in avorio e filo di ferro.

 

Da non dimenticare case piccole con forma di tempietti con animali volatili e serpenti.

 

Guardia ricevette anche un’influenza greco-ortodossa. Nel X secolo, ospitò due asceti: Luca di Armento (fondatore del cenobio di Carbone) e Vitale da Castronuovo che, sui monti di Turri ricostruì una Chiesa e fondò il monastero.

 

In località Tempa, ci sono resti di grotte basiliane e dell’antica Turri, città vescovile ricordata sin dal 924 e ancora abitata alla fine del XVII secolo.

 

Distrutta dai Saraceni nel X secolo, rimase inabitata per molto tempo. Si sviluppò in epoca medioevale. Fu feudo dei Normanni nella giurisdizione di Ruggero, conte di Tricarico. Con la caduta degli Svevi e l’affermazione del dominio angioino, fu assegnato a Giovanni Britando.

 

Il 14 maggio 1306 Carlo d’Angiò scrisse in un documento angioino per la prima volta il nome di Guardia Perticara. Nel Quattrocento passò ai Della Marra, signori di Stigliano; poi nel Cinquecento ai Carafa e nel Settecento fece parte del Dipartimento di Maratea come feudo di Giuseppe Colonna, marchese d’Altavilla.

 

Successivamente appartenne agli Spinelli, sino all’eversione feudale (1806). Il violento terremoto del 1857 fece vittime e danneggiò gravemente la struttura urbanistica, ancora impoverita dal sisma del 1980.

 

Proprio da quest’ultimo tragico evento il borgo ha trovato il recupero urbanistico per perpetuarsi nell’antica dimensione architettonica e artistica, che conferisce al centro un’immagine dal chiaro sapore medioevale.

 

Nell’opera di ristrutturazione delle abitazioni danneggiate dal terremoto, il Comune ha sposato l’idea di ricercatori ed esperti in progetti di valorizzazione dei centri storici ed ha così evidenziato le particolarità urbanistiche medioevali del proprio territorio.

 

La Chiesa di S.Antonio Fu costruita con molta probabilità tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo.

 

La leggenda narra che Ascanio Cataldi, principe di Brindisi abbia fatto costruire la chiesa nel 1600 mantenendo una promessa fatta quando, rapitogli il figlio, in cambio del ritrovamento, ovunque questo fosse avvenuto, egli promise la costruzione di un tempio cristiano.

Il figlio, dunque, sarebbe stato ritrovato a Guardia. Sulla tomba un bassorilievo effigia il principe.

 

All’interno la chiesa conserva le tele dell’Annunciazione di Biagio Guarnacci del 1751 e dell’Immacolata del 1857 (anno del terribile terremoto) di autore ignoto; due sculture lignee raffiguranti S.Antonio e l’Addolorata, del XVIII secolo e due leoni del XVI secolo.

 

Chiesa Madre di S. Nicolò Magno Ricostruita in seguito al terremoto del 1857 la chiesa fu gravemente danneggiata anche dal sisma del 1980.

 

Attualmente è stata riaperta al culto e mancano per il completamento i lavori di restauro che dovranno essere eseguiti dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici della Basilicata.

 

La chiesa presenta sul portale un bassorilievo in pietra raffigurante San Nicola (del XVII sec.) ed all’interno un dipinto su tela di autore ignoto raffigurante S.Gioacchino con S.Anna e la Madonna con S.Giuseppe, ed una statua lignea di S.Nicolò vescovo (XVII sec.).

Il Centro storico è caratterizzato da strette stradine, piccoli vicoli e case arroccate le une alle altre e palazzi in pietra molti dei quali semidiruti in seguito al sisma del 1857. Chiesa di Santa Maria del Sauro A circa tre chilometri dal paese.

 

La leggenda vuole che in quel luogo, dove oggi sorge il Santuario, alcuni contadini avrebbero visto la Vergine su un carro con le ruote di pietre, tirato da buoi. L’edificio, ricostruito nel 1902, evidenzia due momenti costruttivi: uno risalente al tardo medioevo e l’altro al secolo XIX.

 

Ad epoca più recente risale la costruzione del campanile. All’interno si venera la statua della Vergine realizzata in legno intagliato e dipinto.

 

Il primo maggio la statua viene trasportata, in processione, dal Santuario al paese, mentre nella seconda domenica di agosto, viene riportata, sempre in processione, al Santuario.

In località Tempa sono localizzate le grotte basiliane ed i ruderi dell’antica città di Turri, abitata fino al XVII secolo.

 

Il Paesaggio

Alcune interessanti annotazioni sull’orografia dell’area potentina limitrofa a Guardia Perticara, nonchè su aspetti della storia che questa ha in comune con i centri vicini, come Corleto Perticara, ci vengono esposte dal De Giorgi.

Egli descrive i contrafforti dell’Appennino e le zone da essi interessate.

 

De Giorgi scrive, quanto a quello che si distacca dai monti della Maddalena, che esso occupa “parte delle due vallate del Basento e dell’Agri, e tutta la valle del Salandrella e del Cavone e giunto al Monte Caperino (1466 m.) all’ovest di Laurenzana” forma con altri rami “una serie di sperone collinari, fra i quali trae le sue origini e scorre la Salandrella”..

 

Ere geologiche

La carta geologica, presentata di recente sull’Atlante della Basilicata curato dal Cataudella, evidenzia che Guardia Perticara risiede su “conglomerati, brecce ed arenarie poco cementate” che ritroviamo nelle vicine Aliano, Gallicchio e Missanello; a sud a Roccanova, a Castronuovo Sant’Andrea, a Calvera Teana, Chiaromonte, Fardella, ed altre.

 

Preistoria di Guardia Perticara

Il Lacava fa cenno, tra l’altro, a grotte esistenti “presso il sito dell’antica Turi, in agro di Guardia e sulla sinistra sponda del Sauro”.

Ma per queste e per la maggior parte delle altre cui fa riferimento, in angro di Gorgoglione, di Cirigliano, di Corleto (quelle in loc. Montagnola e dell’Abate Cesare), non è accertata alcuna frequentazione preistorica, che comunque nel Paleolitico dell’Italia meridionale eè abbastanza attestata…

Età del Ferro e epoca arcaica

La ceramica caratteristica del periodo, detta “a tenda”, di produzione materana, giunge anche nel Vallo di Diano (Sala Consilina) Attraverso la Val D’Agri, mentre ceramica di tipo iapigio interessa l’Area metapontina (Cozzo Presepe, l’Incoronata).

 

Età classica ed ellenistica

Pochi sono nella media valle dell’Agri gli insediamenti ancora esistenti nel V sec. a.C. periodo in cui Metaponto cerca di ereditare la sfera politica ed economica che era sta di Sibari…

 

Dal 1700 ad oggi

Nel 1753 il borgo si sviluppa nelle tre principali contrade (il Carbonaro, S. Leonardo e la Croce) e poi a Porta d’Acciaro, Portanova, San Pietro, San Sebastiano, la SS. Annunciata, “Avanti alla Chiesa” , Casale, Castello, Carvutto, Fosso, Piazza e “Sotto la Chiesa”.

 

I nomi delle contrade rievocano ancora il periodo medioevale e le strutture difensive realizzate intorno al castello: il Ponte (levatoio), il Fosso (il fossato difensivo), la Porta, ecc..

 

Sul finire del ‘700 sono molti a Guardia Perticara, all’epoca assegnata al Marchese di Fuscaldo, i fautori del movimento repubblicano, fra questi Giuseppe Maria Agosto, Giulio Cesare Caporale, Gerardo Maria Guidone e Domenico Massaro che, in seguito alla caduta della Repubblica Napoletana, furono arrestati ed inclusi tra i “rei di stato”.

 

Ciò nonostante l’attività politica della parte liberale del popolo di Guardia Perticara riprese con vigore negli anni successivi al governo francese tra gli affiliati alla Carboneria troviamo Pietro Nicola Caporale, Vicenzo Giannoccari, Carlo Maria Grimaldi e Giuseppe Martinelli, ques’ultimo carbonaro “graduato” che partì volontario per l’Armata Costituzionale.

 

Nel corso dell’800 vennero eseguiti in paese diversi lavori per il rifornimento idrico, la viabilità e per il restauro di edifici religiosi.

 

Nel 1912 nasceva la Società di Mutuo Soccorso. All’epoca Guardia contava solo 1270 abitanti, facendo registrare una sostanziale flessione demografica per la massiccia emigrazione avvenuta nei primi anni del XX secolo.

 

Durante il primo conflitto mondiale la comunità Guardiese sacrificò molte vite, tanto che a New York si costituì un comitato per la costruzione del monumento ai Caduti.