abbandonarono l’amministrazione civile, e l’Università restò a capo dell’autonomia amministrativa.
Il Governatre di Malta aveva ora solo il compito di controllare lo sviluppo della città.
Ai contadini fu concesso di coltivare liberamente la terra, dietro minimo compenso annuale.

Sviluppo Agricolo
Questo coincise con un notevole sviluppo dell’agricoltura grassanese.
Grassano non era soggetta a nessun’autorità diretta e alcuna commenda.
Ragion per cui divenne presto una meta ambita da parte di braccianti, artigiani e esponenti della piccola borghesia.
I quali abbandonavano le proprie terre oppresse dal gravoso sistema feudale.
Dopo il XVIII secolo e fino al XIX il paese passò sotto il controllo del duca di Salandra, della famiglia degli Orsini.
Nel 1810 il duca perse tutti i beni che gli furono restituiti con il ritorno dei Borboni.
Mentre nel 1836 questi ultimi gli furono espropriati e messi all’asta.
La zona di Grassano, ricca di boschi e vegetazione, durante l’Ottocento, fu teatro di scorribande di briganti al servizio borbonico.
Tra tutti si distinse la personalità brutale e feroce di Mattia Maselli, il quale infine fu catturato dai grassanesi stessi.

Cosa Vedere a Grassano: i luoghi e le caratteristiche
Arrivati capire cosa vedere a Grassano basta guardarsi intorno. Saltano subito all’occhio alcuni importanti palazzi nobiliari.
Il Palazzo Ruggiero dove il governatore amministrava il territorio per conto del duca di Salandra.
Da vedere sono:
- e il Salone con le volte a vela,
- Palazzo Ruggiero, citato da Carlo Levi nel suo libro “Cristo si è fermato ad Eboli“, tra i luoghi letterari della città lucana.

Inoltre, altre cose da vedere a Grassano degne di visita sono:
- il palazzo Ferri, tipica dimora patronale dell’800,
- ed il palazzo Materi, in posizione dominante nell’antico centro del paese.

Alla fine della strada dedicata a Corso Umberto I incontriamo la Chiesa della Madonna di Pompei, detta Madunnedd.
Una piccola cappella dell’800 di proprietà della famiglia Cuscianna.
Al suo interno ospita alcune statue che portate in processione il Venerdì Santo, che raffigurano la Passione di Cristo.
Molto singolare invece la statua della Madonna Addolorata, una caratteristica Madonna completamente snodabile e vestita con abiti veri.
La Chiesa Madre si trova sulla parte alta dell’abitato e fu dedicata a San Giovanni Battista.
Risale al XVII secolo, ma anticamente era solo una cappella facente parte dell’imponente castello di proprietà del Commendatore di Malta.
Il Duomo in stile barocco si divide in tre navate con pianta a croce latina.
Un organo al suo interno rappresenta una delle preziose opere dei maestri intagliatori meridionali.
A destra della cappella una scultura in legno raffigura il Santo patrono di Grassano, Sant’Innocenzo, del XVIII secolo.

Rione Capolegrotte
A pochi passi dalla chiesetta si giunge nel rione Capolegrotte.
La attuale sede del Municipio un tempo era un Convento Carmelitano dedicato a Santa Maria del Carmine, 1612.
Nella sala del Consiglio possiamo osservare due grandi affreschi con immagini del 700, uno che rappresenta l’Ultima Cena e l’altro le Nozze di Cana.
L’ artista resta ignoto, ma la tipologia affrescante mostra chiari riferimenti alla pittura veneta.
Un altro affresco di una Madonna con Bambino tra gli Angeli, del XVII secolo, abbellisce la porta d’ingresso alla sala.
Una Chiesa che non si può fare a meno di visitare è quella della Madonna del Carmine. Ha una pianta a due navate, con il soffitto a botte e a cupola.

C’è un elemento però importantissimo, vanto della tradizione e maestria scultorea materana, il Presepe di Franco Artese.
E’ un’opera di 80 metri quadri, ambientata nei Sassi di Matera, costruita con diversi materiali.
Quest’opera è stata riconosciuta dall’UNESCO e portata al Museo mondiale della Natività a Betlemme.
Nella cappella sono presenti anche l’altare maggiore con marmi policromi, alcuni dipinti del 600 e del 700 e delle riproduzioni su tela ad olio della Via Crucis.
Degni di nota sono anche una tela con la Madonna delle Grazie, 1814, ed un Crocifisso realizzato da artigiani del legno di Ortisei nel 1988.
Lungo la via Meridionale si incontra il santuario della Madonna della Neve, con il caratteristico campanile a forma di cipolla, del 1580.
Nel suo interno sono presenti diverse opere della scuola napoletana:
- un dipinto di una Natività, ‘700,
- l’acquasantiera del 1663,
- un gruppo scultoreo ligneo di Giuseppe Volpe, artista napoletano del 1823.
Giungendo in periferia, zona Caracoia, possiamo ammirare un panorama stupendo nella valle dei Calanchi.

I Cinti
I famosi Cinti di Grassano sono antiche grotte disposte nella parte settentrionale del paese, una conformazione geologica formatasi dai conglomerati di Irsina.
Appaiono come una parete rocciosa di blocchi squadrati costituiti da ciottoli cementati.
Alcuni resti di mura di cinta sono stati scoperti nell’area che domina la Caserma dei Carabinieri, probabilmente databili ai tempi dei Cavalieri di Malta.

Il Meteo
Grazie alla sua posizione l’abitato di Grassano gode di un clima mite in tutte le stagioni dell’anno.
Fatta eccezione per l’inverno in cui i venti provenienti da est si fanno sentire abbastanza.
Ma in compenso d’estate il clima molto piacevole.
Nelle Vicinanze
La cittadella di Grassano si trova sulla stessa linea viaria di altri due piccoli borghi della Basilicata, molto interessanti:
a pochi km di distanza da Matera.